Un piano strategico per rivoluzionare l’industria della lavorazione agricola, ittica e alimentare in Sicilia. E ‘quanto pianificato dall’Assessore Regionale alle Risorse Agricole e Alimentari della Regione Siciliana con l’approvazione del Presidente della Regione Rosario Crocetta. Comincerà con una politica di contenimento della spesa pubblica, quindi tagli, accanto a quella del riconsolidamento del settore agroalimentare-ittico, quindi degli investimenti. Dario Cartabellotta, un tecnico prestato alla politica, conosce ogni meandro della sua consigliera comunale, i punti di forza e le carovane, le carenze e le potenzialità, molte delle quali inespresse. E, si concentra su quest’ultimo, per rilanciare l’economia della Sicilia, ridare dignità ai produttori e trasmettere cibo nel mondo sotto l’egida del “marchio Sicilia”. Il commissario Dario Cartabellotta progetta di tagliare consorzi e dipartimenti, che sono diventati troppi e fangosi; ma ha anche presentato sei proposte di legge per dare impulso al consigliere. Tra questi, anche l’istituzione di un fondo per l’agricoltura e la pesca, che utilizzerà le risorse dell’Agenzia per lo sviluppo agricolo. L’obiettivo principale è la riduzione dei costi della macchina regionale, semplificando le procedure burocratiche e migliorando le competenze esistenti. Per quanto riguarda i dipartimenti del Dipartimento, passa da cinque a tre, con nomi e funzioni rivisti. L’unico dipartimento che rimane com’è quello della pesca. Poi ci sarà il dipartimento dell’agricoltura e lo sviluppo rurale e territoriale.
Novità anche per le istituzioni. L’ESA, un’agenzia per lo sviluppo agricolo, sarà liquidata. Al suo posto nascerà l’Agenzia per lo sviluppo agricolo e rurale. Il patrimonio immobiliare dell’ESA sarà utilizzato per finanziare un fondo unico di credito per i settori agricolo e della pesca, incardinato con l’IRFIS. Il budget iniziale sarà di 2 milioni e 775 mila euro e sarà utilizzato per finanziare le attività imprenditoriali dei giovani agricoltori. IRVOS, l’istituto regionale per i vini e gli olii in Sicilia, diventa il vino siciliano e l’istituto agroalimentare. Confermato l’istituto zootecnico sperimentale siciliano e l’istituto di allevamento di cavalli. Tutti i consorzi di ricerca saranno esaminati. Tagliando una delle fonti di rifiuti più eclatanti nell’agricoltura siciliana, dagli undici ai tre i Consorzi di bonifica, che saranno aggregati per area geografica: Sicilia occidentale (unirà Trapani, Palermo, Agrigento), Sicilia centro meridionale (Caltanissetta, Gela e Ragusa), Sicilia Orientale (Caltagirone, Catania, Enna, Messina, Siracusa). Infine, due disegni di legge prevedono la certificazione di “nato in Sicilia” e la creazione di un “Osservatorio per l’equità e la giustizia nelle filiere agricole e alimentari”. Scelte drastiche in linea da un lato con il clima di austerità in atto e con la necessità di semplificare la macchina burocratica, tutto troppo lento e macchinoso, ma essenzialmente costoso. Dario Cartabellotta interviene in modo deciso ma con grande conoscenza, essendo stato direttore generale del Dipartimento delle Risorse Agrarie e Alimentari e Direttore dell’Istituto Regionale dei Vini e Oli di Sicilia. “La Sicilia – afferma Cartabellotta – è un luogo in cui i prodotti si integrano con i territori, i vini e i prodotti alimentari della Sicilia, negli ultimi decenni, hanno raggiunto livelli di altissima qualità”.
L’assessore ha anche avviato un processo di dialogo territoriale per la preparazione del Programma di sviluppo rurale 2014/2020. “Gli incontri – afferma Cartabellotta – mirano a superare l’isolamento politico e sociale dell’agricoltura e stabilire un’alleanza strategica con le politiche territoriali, distributive, agro-industriali, ambientali, sanitarie, culturali, infrastrutturali e turistiche Modernizzazione, credito, infrastrutture e mercati sono la scelta necessaria per gli anni futuri “. Un sistema di governance “multi-livello” (regionale e locale) e il coinvolgimento del territorio (agricoltori, imprese, sindaci, sindacati, associazioni professionali, uffici pubblici, università, associazioni e consorzi) in tutte le fasi della programmazione, infatti, può consentire di combinare efficacemente gli orientamenti strategici con le esigenze territoriali regionali e locali “.