Dopo molti mesi di indagini sui traffici di cocaina nella cittá di Marsala si è giunti alla conclusione delle indagini. La Procura di Marsala ha chiuso le indagini e chiesto che gli indagati per presunta associazione ad un’organizzazione criminale, vengano processati. Le indagini, infatti, hanno fatto emergere tutta la gestione organizzativa dello spaccio di cocaina nella cittá di Marsala che si è rivelato vasto e capillare.
Le indagini sullo spaccio di cocaina a Marsala
La polizia, grazie alle indagini condotte, è arrivata all’arresto di ben 4 componenti dell’organizzazione criminale lo scorso aprile. Dei 4 arrestati, due sono agli arresti domiciliari, mentre gli altri in carcere. Oltre a questi provvedimenti sono state emanate ben dieci denunce ancora a piede libero per altrettante persone coinvolte.
Questa è un’inchiesta che risale a ben due anni fa. Infatti è il Commissariato di Marsala, insieme alla Squadra Mobile della cittá di Trapani, ad averla avviata nel 2017. A finire in carcere nell’aprile di quest’anno sono stati i fratelli Vincenzo e Alessio Sparla. Gli arresti domiciliari, che prevedono anche l’utilizzo del braccialetto elettronico, sono invece scattati per Ignazio Mannone e Nicolò Tritone. In un secondo momento, i due agli arresti domiciliari, sono tornati in libertá ma con l’obbligo di dimora all’interno dei loro propri comuni di residenza.
La scoperta della “centrale dello spaccio”
In seguito anche i fratelli Sparla sono tornati a piede libero grazie all’intervento dell’avvocato Pipitone che per loro ha ottenuto gli arresti domiciliari. Nel frattempo la polizia ha continuato con le indagini per smascherare tutta la rete di traffici interni.
Le indagini hanno portato ad una abitazione che i fratelli Sparla avevano affittato al centro della cittá, proprio in Piazza Carmine, per poter gestire i traffici. Questa abitazione era usata come vero e proprio centro nevralgico di scambi per la cocaina ed era uno dei luoghi di maggiore approvigionamento nella cittá.
Gli Sparla si servivano di molte altre persone per poter gestire tutti i traffici illegali. La rete di pusher che avevano costruito era capillare e tutta la cocaina poteva essere man mano smerciata non solo in cittá, ma anche nei dintorni. In questo modo era per loro possibile raggiungere tutte le altre cittá in modo capillare, per poter far arrivare la cocaina a destinazione.
Molte altre sono infatti le persone indagate per traffico e spaccio di droga.
Al momento le operazioni di indagine sono giunte al termine e hanno individuato i luoghi incriminati e le persone coinvolte. Ora partiranno le procedure per riuscire ad arrestare tutti i responsabili e i loro affiliati e per poter smantellare tutta la fitta rete che si era creata non solo in cittá ma anche nelle altre province. La Procura ha aperto il fascicolo e si attendono nuovi sviluppi sulla vicenda.