Con un verdetto incredibile che sa più di beffa che di giustizia, il Tribunale del Riesame di ha scarcerato 21 dei 58 boss e malavitosi fatti arrestare nel gennaio scorso dalla Dda di Palermo. Sono stati così annullati 21 ordini di custodia cautelare emanati nei confronti di  agrigentini il cui fermo era stato convalidato dal Gip. Si tratta della più grande operazione mai realizzata nella zona dell’agrigentino, che in parte è stata vanificata da questa decisione del Tribunale.

La sentenza riguarda malviventi, tra cui estorsori, che sarebbero di fatto dovuti rimanere in carcere. Le loro responsabilità sarebbero comprovate dall’esistenza di testimoni che hanno chiaramente parlato delle richieste di pagamento del pizzo che si sono visti arrivare. Non solo: pare che tra i malavitosi ci sia un nuovo pentito, capace di fare molti nomi illustri, e che però sia rimasto in carcere.

Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra 45 giorni e, quindi, non si conoscono ancora . Soltanto allora si potrà fare ricorso in Cassazione contro il provvedimento in questione. Nel frattempo, i 21 boss, estorsori e presunti tali sono a piede libero. La paura è tanta, adesso, tra le Forze dell’Ordine, soprattutto per i testimoni che hanno parlato a favore dell’arresto dei loro aguzzini. Si teme che ci possano essere ritorsioni e vendette.

Si teme che alla base della decisione del Tribunale del Riesame ci possa essere un vizio di forma negli ordini emessi dallo stesso Gip. Se così fosse, potrebbero essere scarcerate altre persone tra i 37 che per il momento rimangono in casa circondariale. Rimane in carcere anche l’unico che starebbe collaborando con i magistrati, Giuseppe Quaranta (ex capomafia di Favara).

L’avvenimento, che cade nel pieno della campagna elettorale ancora in atto, non ha mancato di destare gli animi dei politici sull’argomento. C’è chi, come Matteo Salvini, promette di riformare la giustizia non appena salito al governo. “Basta, la riforma della Giustizia sarà una priorità del mio governo: certezza della pena e chi sbaglia paga, anche se è un giudice”, ha scritto il Segretario della Lega che corre insieme a Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.

(Foto d’archivio)

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