Tra il 15 ed il 16 settembre 2022 nelle Marche, in provincia di Ancona, Urbino e Pesaro, l’alluvione ha fatto molti danni ed undici morti, nonché cinquanta feriti e ha lasciato 150 persone sfollate. Ma a quanto ammontano in questi danni? Quanto si stanzierà per aiutare la regione colpita?
I danni
Ciò che ha provocato l’alluvione delle Marche si è visto nei giorni passati alla televisione: in meno di una settimana, oltre ai morti e ai feriti, le acque ed il fango hanno travolto case e negozi, nonché imprese. Il presidente della regione, Francesco Acquaroli, ha dichiarato che i danni, secondo i calcoli fatti fino ad ora, ammontano a qualche miliardo di euro, soprattutto ad Ancona. E’ vero che questa stima è ancora prematura, ma a Senigallia e a Cantiano ci sono aree industriali completamente distrutte. Le infrastrutture di tale imprese sono distrutte, così come dei ponti su cui passano camion, ci sono pali del telefono da riparare e l’elettricità va a intermittenza, e ciò non solo non permette di usare le macchine, ma mette a rischio la conservazione dei prodotti.
Ci sono, inoltre, danni irreversibili alle scuole, come si è visto anche in televisione. Con questi danneggiamenti queste costretto a chiudere e ciò implicherà, per i ragazzi, tornare a studiare a casa, come accadeva per la pandemia e forse con maggior difficoltà, visto che i ragazzi hanno perso, con i danni alle case, anche del materiale scolastico e dispositivi.
Il Consiglio di Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio spa) ha deciso di versare un contributo straordinario di un milione e mezzo di euro, a favore della regione, ma per ulteriori stanziamenti bisognerà aspettare la conta dei danni.
Cosa fare
E’ la domanda che in molti si sono fatti: questa tragedia si poteva evitare? Contro le forze della natura un vero e proprio rischio zero non c’è, ma secondo alcuni geologi è necessario fornire una “cultura della manutenzione“. Di sicuro ciò che ha accaduto nella Marche è un evento fuori dalla norma, ma con i cambiamenti climatici disastri del genere potrebbero diventare la regola. Dall’inizio del 2022, l’Italia è stata colpita già da più di sessanta alluvioni, e nel 2021 sono state ottantotto.
Secondo gli esperti, è necessario fare un’analisi per capire come il fiume dreni l’acqua in condizioni estreme, in modo che possa essere deviato, in modo da limitare i danni. Importante, sempre a parere dei geologi, è monitorare e controllare i corsi d’acqua minori, in quanto sono questi ultimi a ingrandire i fiumi principali, trasportando anche dei detriti. Non solo bisogna fare una manutenzione del letto del fiume e del territorio che lo circonda, ma anche realizzare delle vasche di laminazione, dove si possa raccogliere l’acqua del fiume in caso di piena.