In Italia nascono circa 32000 neonati prematuri ogni anno, e il Covid di certo non ha migliorato questa situazione. Per questi bambini, un metodo che si è rivelato efficace per farli stare meglio e aumentare la loro possibilità di sopravvivere, in alcuni casi, è stata la canguro terapia. Ma come funziona quest’ultima? Che benefici apporta?
La terapia
La “Kangaroo Mother Care”, ossia la canguro terapia, nota anche con la sigla kmc, è stata ideata negli anni Settanta in Colombia, per compensare l’insufficienza delle incubatrici nella gestione dei neonati nati prematuramente. Essa consiste nel privilegiare il contatto pelle a pelle tra il neonato e la madre, proprio come i marsupiali da cui prende il nome, che tengono i loro piccoli nella tasca ventrale.
Un contatto intimo come questo favorisce non solo l’allattamento, ma anche l’attività cardiorespiratoria, la stimolazione neutomotoria e il vincolo affettivo che si va a creare tra madre e figlio. E’ anche dimostrato che questa terapia migliora anche il sonno del bambino, la sua crescita e l’aumento di peso. Anche i genitori possono beneficiare di questa tecnica: come l’allattamento al seno, il contatto pelle a pelle con il proprio figlio aumenta i livelli di ossitocina, un ormone del benessere che può contrstare il calo di estrogeni e progesterone, che nella madre si verifica dopo aver partorito.
Nel 2011, certi studi hanno dimostrato che la kmc ha ridotto il tasso di mortalità del 40 %, in Colombia, e vari centri, supportati dall’OMS, hanno deciso di introdurla in paesi come il Monzambico, l’Etiopia, il Messico e il Brasile.
La kmc in Italia
Oggi questa terapia ha anche una giornata mondiale, il 15 maggio, promossa dall’OMS, in quanto la kmc si rivela efficace per ridurre le morti infantili. In Italia non sono pochi gli istituti che promuovono questa cura, a cominciaere dalla Società Italiana di Neonatologia, che nel 2021 ha effettuato un’indagine su novanta centri di terapia intensiva e subintensiva neonatale , ed è risultato che durante la pandemia, in più della metà dei centri in cui la kmc è stata praticata, nonostante le difficoltà e la prevenzione. Infatti, allora poteva entrare un solo genitore, che non fosse positivo al Covid, e con la mascherina e dopo aver igienizzato le mani.