In 26 anni non si è mai smesso di parlare della morte di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. I due magistrati uccisi dalla mafia nel 1992 rimangono ancora e sempre nei nostri cuori e il loro lavoro e il loro coraggio è un faro per tutti noi e lo sarà per sempre. Quello che sconvolge è che a distanza di così tanto tempo continuano ad emergere particolari agghiaccianti sugli attentati. Uno di questi emerso proprio in queste ore vorrebbe che la morte di Paolo Borsellino avvenisse a Marsala.
A fare questa rivelazione sconcertante è Carlo Zichitella, pentito appartenente alla più famosa famiglia mafiosa di Marsala. Zichitella è un ex uomo d’onore e feroce avversario durante il processo contro Matteo Messina Denaro dei corleonesi.
Zichitella nella giornata di ieri ha proprio raccontato di come inizialmente si pensava che Marsala potesse essere il luogo idoneo per l’uccisione di Paolo Borsellino. Tuttavia i boss non erano affatto convinti del luogo per la strage perchè sarebbero state coinvolte troppe persone.
Marsala era un logo molto importante per Paolo Borsellino. Proprio qui, infatti, nel 1986 era stato proclamato Procuratore della Repubblica. Per questo motivo la città di Marsala era stata inizialmente presa in considerazione, per rendere l’omicidio ancora più carico di simbolismo e importanza.
La scelta del luogo della morte di Paolo Borsellino
Il giudice di Palermo doveva essere ucciso con il massimo scalpore ma i boss Francesco Craparotta e Francesco D’Amico rifiutarono la richiesta della famiglia di Mazara del Vallo. Per questo motivo i due vennero brutalmente uccisi.
Questo rifiuto che i due si permisero di fare a Totò Riina venne appunto giustificato con il clamore esagerato che questo omicidio avrebbe suscitato. Le persone coinvolte nella strage in quel di Marsala sarebbero state troppe e non valeva la pena rischiare.
Questo gesto avrebbe di certo comportato l’arrivo di moltissime forze di polizia sul luogo che avrebbero fatto controlli a tappeto. Questi controlli avrebbero di certo portato all’arresto di moltissime persone coinvolte nella mafia e quindi era meglio non rischiare.
La risposta di Totò Riina
Riina rispose con l’uccisione dei due commissionando gli omicidi ad Antonio Patti.
L’uccisione di Craparotta e D’Amico provocò lo scoppio della faida fra famiglie mafiose a Marsala di cui Riina era l’ovvio mandante. Riina, latitante in quel periodo proprio nella zona di Mazara del Vallo, decretò di fatto la fine del dominio mafioso delle famiglie marsalesi che passarono sotto la guardia di quelle di Mazara del Vallo.
Zichitella ha aggiunto che la contestazione sul luogo avvenne perchè il tragitto fatto ogni giorno da Paolo Borsellino non era idoneo per una strage. Troppe persone sarebbero state coinvolte e il percorso era troppo in vita. La soluzione è stata quindi la scelta di Via D’Amelio.
Purtroppo queste sono solo le ultime di una lunga serie di dichiarazioni che non asciano riposare in pace Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.