La Guardia di Finanza ha accertato degli illeciti contro la spesa pubblica, per un ammontare totale di 34 miliardi di euro, dal 2017 al 2021, per una media di sette miliardi l’anno. Ma in quali settori sono stati riscontrati queste frodi?

Dove sono annidati i crimini

Di questi illeciti è bene capire dove sono annidate, e la maggior parte degli interventi eseguiti dalla Guardia di Finanza è stato nell’ambito delle prestazioni sociali, incluso il reddito di cittadinanza, per un totale di più di 303 milioni. A seguire, ci sono truffe nell’ambito della spesa sanitaria, incentivi alle imprese, la responsabilità amministrativa erariale e l’anticorruzione.

Di questi, gli appalti infiltrati, la responsabilità amministrativa erariale e le mazzette rappresentano l’emergenza principale, in quanto hanno quasi assorbito, dal 2017, il totale complessivo delle frodi appurate. Secondo le inchieste della Guardia di Finanza, appalti truccati e mazzette ammontano ad un valore che supera i dodici miliardi di euro. Incentivi alle imprese e fondi strutturali, invece, arrivano ad 800 e 512 milioni di euro.

Alcuni casi

Naturalmente, non mancano le truffe sui contributi Covid, che ammontano a 230 milioni di euro, che hanno portato a denunciare circa duemila persone. Ad esempio, c’è stato un imprenditore lombardo che ha usato 8700 euro provenienti dai fondi per estinguere i debiti e comprare un rolex. Un altro imprenditore, ha liquidato oltre quarantamila euro di fondi regionali per dei lavori di manutenzione, che in realtà ammontavano a novemila euro, e la Guardia di Finanza gli ha sequestrato più di 31000 euro.

Ai casi già citati, se ne possono aggiungere altri inerenti ai fondi strutturali e gli incentivi, che sono arrivati ad un totale di 1,3 miliardi. Si può citare il caso di un gruppo di laziali e veneti che hanno ricevuto più di quattro milioni per finanziamenti inerenti al Covid, e che li hanno fatti poi sparire in conti correnti in paesi come l’Inghilterra, l’Ungheria, la Repubblica Ceca, l’Albania e la Romania.

Nella prima settimana di ottobre, sono stati sottoposti a sequestro proprietà immobili, quote societarie, assicurazioni e conti correnti ad una società di Tortona, che aveva richiesto alla Banca Europea finanziamenti di 65 milioni di euro, per realizzare degli impianti pilota per trasformazione in energia di biomasse di seconda generazione, da un valore complessivo di 133 milioni di euro.

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