“Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini” diceva Heinrich Heine, e forse è per questo che ha scioccato anche l’incendio del 9 luglio in piazzale Flaminio a Roma, in cui sono andati in fumo centinaia di libri, sulla storica “bancarella del Professore”. Ma cosa è successo? Che reazioni ha suscitato il fatto?
L’incendio
La bancarella accanto al Caffè dell’Orologio in piazzale Flaminio, nota come “bancarella del Professore”, dove da più di vent’anni si vendevano libri di ogni genere, alcuni introvabili, è stata distrutta da un incendio scoppiato attorno alle 5,00 del mattino del 9 luglio.
Sebbene i vigili del fuoco siano intervenuti prontamente, le fiamme hanno distrutto sia il banco e tutti i libri, e così si è perso un intero patrimonio in volumi, alcuni di gran pregio. Non si può escludere, attualmente, il dolo, in quanto la bancarella era una presenza scomoda per chi voleva prenderne il posto, e ci può anche essere il racket, dietro. Un evento simile si è verificato anche a febbraio ad Ostia, di cui l’indagine è ancora aperta. Online, tuttavia, gira l’ipotesi dell’atto vandalico di alcuni ragazzi, mentre per altri può essere stato un piromane che ha già incendiato i cassonetti di Ponte Milvio.
Le reazioni
Non sono state poche le reazioni e i commenti riguardo a questo fatto. A cominciare da quella del librario, rimasto scosso dal fatto, ma anche commosso dalla solidarietà che gli è stata dimostrata. Infatti, ha così dichiarato: “Io vendo cultura e la cultura ha subito un’offesa. Ma questa è la Bancarella del Professore e tra tre giorni tornerà a esserlo, solo: più bella. Conosco tutti i lettori romani, abbiamo un bel rapporto e ho sentito la loro grande umanità”.
Sempre online non sono state poche le reazioni anche del pubblico: c’è chi era lì e racconta il fatto, soprattutto la reazione del libraio, chi vuole i responsabili in galera (e c’è chi ha scritto che farebbero meglio a restarci fino a che non hanno letto tutti i libri che hanno bruciato), ed altri che subito la rimpiangono, in quanto vi hanno acquistato diversi volumi.
A commentare questo fatto non poteva mancare la scrittrice Dacia Maraini, che spesso passeggia in quella zona con i suoi cani, e non ha esitato a paragonare questo rogo a quelli fatti dai nazisti, ed in un’intervista ha così dichiarato: “È un segnale molto allarmante perché il fatto che si vada a bruciare una bancarella di libri usati che non dava fastidio a nessuno è un evento dall’altissima portata simbolica. È evidente che si è voluto colpire il pensiero, si è voluta colpire la parola e chiunque crede ancora nel discorso scritto”. Anche un’altra scrittrice e giornalista, Leonetta Bentivoglio, ha definito questo incendio “roba da nazisti” e si è dichiarata disponibile a fornire qualche testo.