In questa Fase 2 nella pandemia da Coronavirus le attività stanno lentamente riprendendo il loro corso, ma lo stile di vita è radicalmente cambiato. L’attenzione di tutti si è fatta davvero molto alta ed è necessario osservare le regole di distanziamento e protezione sociale imposte in modo rigoroso per evitare un contagio per se stessi e soprattutto per gli altri. Le grandi protagoniste di questa fase, dispositivo di protezione imprescindibile, sono le mascherine. Mascherine che ormai sono un dispositivo obbligatorio e che stanno creando non poche polemiche a causa del loro costo, imposto a 0.50 cent dal governo, ma spesso non rispettato. In proposito di questo ha risposto il Commissario per l’emergenza Arcuri.

La polemica sul costo delle mascherine

Quella che si è scatenata dal 4 maggio in poi, è una vera e propria battaglia per le mascherine. L’elemento imprescindibile per questa Fase 2 che deve traghettarci fuori dall’emergenza Covid 19, sono le mascherine. Mascherine che devono proteggere se stessi e gli altri e che devono essere usate sempre e in m odo obbligatorio nei luoghi chiusi.

Se le mascherine completamente isolanti Fp3 vengono riservate al personale sanitario e le Fp2 sono comunque limitate, è anche sufficiente indossare le mascherine chirurgiche, purché tutti lo facciano. Proprio per questo motivo, il governo ha stabilito che queste ultime venissero vendute a 0.50 centesimi più Iva, per poter permettere a tutti di avere la possibilità di acquistarle.

Tuttavia, molti sono coloro che si lamentano della scarsa disponibilità di queste ultime nelle farmacie. Scarsa disponibilità che ha anche indotto a richiedere se effettivamente potesse esserci un aumento del prezzo per far si che tutti potessero rientrare della spesa. Molti sono infatti gli esercenti che avevano acquistato le mascherine ad un prezzo superiore e che andrebbero in perdita. Una perdita momentanea che lo Stato risarcirà, ma che comunque molti produttori preferiscono non sostenere, dirottando i dispositivi altrove.

L’intervento di Arcuri e la difesa di Federfarma

E’ direttamente il commissario Arcuri ad intervenire nella polemica, assicurando che però il prezzo delle mascherine non verrà aumentato. Essendo un dispositivo così importante è necessario che il prezzo non salga. Tuttavia ha anche spiegato che non è compito loro capire come mai nelle farmacie non ci sia la disponibilità.

Dal suo lato i farmacisti e Federfarma, non vogliono essere incolpati di un problema che non sono loro a creare. La bassa disponibilità di mascherine è data dal fatto che gli approvvigionamenti, talvolta, non arrivano. Le motivazioni spesso non ci sono, ma sta di fatto che le farmacie, loro malgrado, rimangono senza dispositivi.

La spiegazione si può trovare nel fatto che, probabilmente, un prezzo così basso non consente ai produttori di rientrare delle spese sostenute e quindi preferiscono dirottare la merce all’estero. Un caso di cui, di certo, occorre occuparsi, ma che esula dai molti problemi causati dai disonesti che lucrano sulla salute delle persone rivendendo sottobanco a prezzi folli.

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