Maxi sequestro a Marsala dove sono stati requisiti beni immobili e denaro per traffico di droga. La somma di tutto il materiale sequestrato ammonta a ben un milione di euro. Dopo mesi di indagini, al marsalese Vincenzo Crimi, sono stati sequestrati i beni per traffico illegale di stupefacenti. Le indagini per scoprire eventuali altri traffici sono tutt’ora in corso.

Maxi sequestro a Marsala

È stata la Procura della Repubblica di Palermo a richiedere alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale della città di Trapani, di procedere con il sequestro. Nel mirino sono finite le attività direttamente di possesso di Crimi, ma anche tutte quelle a lui collegate. Il sequestro ha infatti interessato sia disponibilità finanziaria liquida che beni immobili, nonché aziende.

Vincenzo Crimi non era affatto un soggetto sconosciuto alle forze dell’ordine siciliane. Risale infatti al 2000 la misura di prevenzione sempre per reati riguardanti il mondo degli stupefacenti. Nei confronti dell’uomo erano infatti state prese misure di prevenzione personale. Misura che poi si sono trasformate in un arresto vero e proprio avvenuto nel 2017.

Due anni fa, infatti, Crimi era stato arrestato insieme ad altre 8 persone coinvolte in questi traffici illegali. Ad eseguire l’arresto erano stati gli investigatori appartenenti al Gico del Nucleo Pef di Palermo. Arresto arrivato dopo l’emanazione di un’ordinanza del Tribunale della città di Palermo che prevedeva l’applicazione di alcune misure cautelari.

Le indagini che hanno portato all’arresto

Le indagini sono state molto lunghe e difficoltose. L’organizzazione criminale siciliana, nel campo degli stupefacenti, era molto ben radicata e organizzata. Non è stato affatto facile per la Direzione Distrettuale Antimafia coordinare le attività di incarcerazione e sequestro. La maggior parte del mercato riguardava il traffico illegale di cocaina. Il centro di tutti i traffici era la città di Trapani ma, tuttavia, molte erano le provincie coinvolte. La fitta rete riguarda infatti anche le città di Palermo, di Agrigento e di Roma. Nonchè alcune città della Spagna.

Fondamentale è stato il contributo di Giuseppe Tuzzolino. Tuzzolino divenne nel 2013 collaboratore di giustizia e le sue testimonianze sono state fondamentali per l’incriminazione di Vincenzo Crimi. Crimi è stato infatti incriminato per traffico illegale di stupefacenti e incarcerato. La pena ammonta a ben 8 anni di reclusione.

In seguito sono stati fatti degli accertamenti sui conti e su tutto ciò di cui era in possesso Crimi. E’ stata la Guardia di Finanza ad approfondire l’accertamento in base al codice antimafia D.Lgs. 159/2011. E’ proprio da questi ulteriori accertamenti della sfera economica e patrimoniale di Vincenzo Crimi che sono emerse tutte le incongruenze del caso.

La situazione patrimoniale e familiare dichiarata da Crimi non corrispondeva ai dati emersi. Per questo motivo si è proceduto con una ricerca a ritroso che ha portato a questo maxi sequestro di beni.

Ti è piaciuto l'articolo?
[Total: 0 Average: 0]