In un clima di quasi totale disinteresse da parte della politica e soprattutto senza il sostegno di grandi partiti, Marco Cappato è riuscito a portare avanti la sua battaglia per l’eutanasia legale, riuscendo a raggiungere le 500 mila firme con il referendum da lui lanciato. L’eutanasia è un tema spinosissimo e delicato, davvero difficile da trattare per l’opinione pubblica e che ha bisogno di moltissima informazione. I cittadini non sempre sono riusciti ad avere il giusto approccio proprio a causa della disinformazione e del poco interesse della politica. Tuttavia la legalizzazione del fine vita è una battaglia fondamentale per riconoscere il diritto di un essere umano di scegliere di terminare un’esistenza che purtroppo non ritiene più tale. L’attivista Marco Cappato e l’Associazione Coscioni portano avanti questa battaglia da anni e questo referendum, è la dimostrazione tangibile che i cittadini sono dalla loro parte.

Il referendum sull’eutanasia legale

Quando era stato lanciato il referendum sull’eutanasia legale, molti erano i sostenitori, ma molti erano anche i detrattori. Purtroppo la politica non si è mai realmente interessata di questo tema così spinoso e importante e ha sempre glissato sul legiferare in proposito, o quasi. Proprio per questo Marco Cappato, attivista e politico appartenente ai radicali che aveva accompagnato Dj Fabo in Svizzera per potergli permettere il suicidio assistito, ha deciso di utilizzare il referendum come mezzo legislativo.

Affinchè un referendum possa essere approvato e portato in Corte di Cassazione, deve raggiungere le 500 mila firme. Prova che una buona parte di cittadini appoggia l’iniziativa e che come tali non possono essere ignorati. Un traguardo molto impegnativo, soprattutto se il referendum non ha trovato la grande sponsorizzazione di qualche partito. Sponsorizzazione che però ha trovato in molti volti noti e che ha portato al traguardo tanto atteso. Proprio oggi arriva infatti la conferma del raggiungimento delle 500 mila firme, di cui 430 mila raccolte sui banchetti in tutta Italia e 70 mila online.

Lo scopo del referendum

Il quesito posto dal referendum pone come obiettivo quello di introdurre l’eutanasia legale attraverso l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p. che punisce l’omicidio del consenziente. “Tecnicamente il quesito lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto, e potrà introdurre nel nostro Paese il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria” spiegano i promotori dell’Associazione Coscioni. Aggiungendo che ” In questo modo si possono abbattere le discriminazioni oggi esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze”.

Il referendum arriva in seguito ad una proposta di legge di iniziativa popolare che risale addirittura al 2013. Iniziativa a cui sono seguiti ben due richiami della Corte Costituzionale ma che in Parlamento, in tutti questi anni, non ha mai realmente deciso di discutere.

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