Oggi dovrebbe effettivamente essere la giornata in cui Mario Draghi salirà al colle per sciogliere la riserva. Una riserva che ormai sembra già apparentemente sciolta, vista la larghissima maggioranza ottenuta. Ancora in bilico Leu, che vuole prima capire la squadra di governo come sarà formata e il Movimento 5 Stelle, spaccato al suo interno. I 5 stelle dovevano votare sulla piattaforma Rousseau la volontà o meno di formare un governo con Draghi, ma nella serata di ieri Beppe Grillo è intervenuto su Facebook chiedendo ai suoi di attendere le parole dell’ex Presidente della BCE, rimandando il voto a data da destinarsi.

Le rassicurazioni di Grillo

“Il reddito di cittadinanza è una grande idea, i Cinque stelle hanno fatto un miracolo per la politica italiana e il reddito ci vuole per l’economia” . Con queste parole riportate da Beppe Grillo in proposito del suo colloquio con Mario Draghi, ha voluto rassicurare il suo partito. Grillo ha affermato che Draghi è molto vicino ad alcune idee dei Movimento e sarà pronto a lavorare su molti punti fondamentali del programma 5 stelle. In particolar modo le rassicurazioni sono arrivate su Reddito di Cittadinanza, transizione energetica e perfino sul Mes. Un passo avanti molto importante che però non ha evitato spaccature all’interno del Movimento. A capo della fazione contro un governo con Draghi c’è Alessandro Di Battista, mai a favore di un si a questa maggioranza delle larghe intese.

Senza dubbio un altro muro che è stato abbattuto è quello della Lega. Il partito di Matteo Salvini non è mai stato un sostenitore di Draghi e dell’Europa, ma dai colloqui è invece emersa una forte volontà di collaborare per il bene del paese su più temi. Un grande passo in avanti che potrebbe effettivamente portare a buoni frutti. Nonostante a molti elettori di destra questo avvicinamento non sia piaciuto, emerge una cosa molto chiara.

Perchè c’è l’accordo di governo con Draghi

Probabilmente il fatto che Draghi stia riuscendo ad unire il mondo politico molto diviso sotto un’unica bandiera, è indice non solamente di autorità ma di competenza e soprattutto di una competenza universalmente riconosciuta. Draghi sta riuscendo dove gli altri hanno fallito, perché rappresenta l’effettiva competenza tecnica e politica.
La stessa divisione fra tecnici e politici che si è instaurata negli anni, è un chiaro segnale di come nel tempo la politica abbia perso in qualche modo competenza e si sia servita di chi aveva esperienza in una materia piuttosto che un’altra.

Il segnale forte che arriva da questa crisi, è proprio che quella che sta giungendo al tramonto, è probabilmente la politica dell’incompetenza. Chi ricopre un ruolo istituzionale e preciso, deve avere una formazione adeguata per la posizione che ricopre. Draghi rappresenta esattamente questo e per questo tutti lo appoggiano.

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