Dopo un anno di indagini le forze dell’ordine sono finalmente riuscite a capire chi nel giugno 2018 aveva assaltato una gioielleria della città di Marsala. I malviventi sono ben quattro palermitani che sono stati aiutati da altri cinque complici, tutti provenienti dal trapanese. La polizia è riuscita a ricostruire tutti i ruoli che i malviventi hanno avuto durante la rapina a mano armata avvenuta nella gioielleria a Marsala.

Rapina nella gioielleria a Marsala

La rapina a mano armata era avvenuta lo scorso anno nel pieno centro della città di Marsala. La gioielleria che ha subito la rapina era la gioielleria Di Dia, che si trova nella contrada Strasatti. La rapina aveva molti complici che hanno contribuito per mettere a segno il colpo che, però, non era andato come previsto.

Il titolare della gioielleria, infatti, aveva reagito ai malviventi. Essi erano infatti stati messi in fuga e la polizia era sopraggiunta in breve tempo sul luogo riuscendo ad individuare tre delle persone fuggite. Le indagini hanno richiesto tempi lunghi per riuscire ad individuare, non solo gli autori materiali della rapina, ma anche i complici della stessa.

Durante la rapina il proprietario aveva esploso dei colpi di pistola non appena si era accorto di ciò che stava avvenendo. Questo aveva messo subito in fuga la banda che, però, era stata avvistata dalla polizia. Grazie all’azione delle forze dell’ordine e delle indagini, si è poi riusciti a risalire ai criminali e soprattutto al luogo in cui si organizzavano i colpi.

I risvolti nelle indagini

Grazie ai tre malviventi individuati, gli investigatori sono riusciti a risalire anche ai complici del furto a mano armata. Se quattro ladri erano tutti provenienti da Palermo, i complici provenivano invece dal trapanese. La rete che si era creata, infatti, era molto fitta e il colpo organizzato nei minimi dettagli già da prima.

Gli investigatori, infatti, hanno indagato e sono riusciti a risalire al covo in cui i malviventi avevano organizzato il colpo. Il luogo in cui si riunivano non si trovava distante dal negozio. Questo posto era il vero e proprio covo utilizzato come base operativa a vicenda possono dirsi per tutti i traffici loschi. E’ proprio grazie all’individuazione di questo luogo, che la polizia è stata in grado di individuare e arrestare gli indiziati, ma anche coloro che fungevano da complici.

I complici avevano il ruolo di “pali” utili a segnalare l’eventuale arrivo della polizia e mettere tutti in fuga. Grazie all’azione delle forze dell’ordine è stata sventata la cellula e sono state arrestate tutte e nove le persone coinvolte nei traffici. Le forze dell’ordine sono molto soddisfatte del lavoro che è stato svolto e anche coloro che sono stati coinvolti in questa vicenda possono dirsi contenti di aver avuto finalmente giustizia.

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