Giovanni Sutera, condannato all’ergastolo per il brutale omicidio di stampo mafioso della messinese Graziella Campagna commesso nel 1985, è stato arrestato nella mattinata di oggi a Firenze per traffico di droga. L’uomo si trovava in regime di libertà vigilata dal febbraio del 2014.

 

Firenze, quattro arresti per traffico di droga

Le indagini realizzate dal nucleo investigativo del comando provinciale dei Carabinieri di Firenze hanno portato alla scoperta di un traffico di droga organizzato da due fratelli, Giovanni Sutera e Renato Sutera, proprietari del Caffè Curtatone sito in Borgo Ognissanti. I due avevano deciso di impiantare delle coltivazioni di marijuana in territorio spagnolo, a Calafell, per un investimento pari ad alcune decine di migliaia di euro. Invischiate nell’operazione altre due persone, e cioè Ruben Crespo Guerra (anni 43) e Pavlin Delia (anni 38) che avrebbe dovuto ricevere la droga prodotta. Gli arresti sono stati ordinati dal Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) Paola Belsito. Altre 7 persone sarebbero indagate: si tratterebbe dei prestanome dei fratelli Sutera. Giovanni Sutera si è anche macchiato dell’omicidio di un gioielliere ed è stato condannato a 25 anni di carcere per quel delitto.

Graziella Campagna, triste destino di una ragazzina

Uccisa per aver trovato un’agendina nella tasca di una giacca. Questa la tristissima storia della siciliana Graziella Campagna, che a soli 17 anni è stata uccisa dalla mafia perché ritenuta una potenziale testimone pericolosa. L’unica colpa di Graziella Campagna è stata quella di volersi rendere utile e di voler andare a lavorare, nonostante la giovanissima età, presso una lavanderia che si trovava non lontano dal suo paese d’origine (Saponara). Qui è avvenuto l’incontro con uno dei  suoi assassini, Gerlando Alberti junior, che per lei era soltanto un cliente come tutti gli altri. Il 14 dicembre 1985 il suo corpo venne ritrovato nelle campagne di Villafranca Tirrena. La ragazzina era stata portata via due giorni prima (non era mai rientrata a casa dal lavoro) ed era poi stata freddata con cinque colpi di lupara sparati da distanza ravvicinata.

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