Le notizie delle ultime ore riguardo all’evoluzione del Coronavirus in Italia sono confortanti, ma purtroppo ancora stabili. In attesa del bollettino della Protezione Civile di oggi alle 18, è possibile guardare dai dati di ieri che, nonostante l’aumento dei guariti e la pressione inferiore sulle strutture, il numero dei contagiati è ancora elevato. Alla preoccupazione per la salute degli italiani, si aggiunge anche quella economica. Secondo una stima che è stata fatta dal punto di vista economico, il grandissimo problema del dopo Coronavirus, per l’Italia è il PIL. Le stime parlano di un terribilmente 9% di perdita. Non ci sono ancora date certe per la ripartenza, ma si sta pensando a come organizzare al meglio la cosiddetta Fase 2 del Coronavirus. Questo proprio per cercare di evitare la catastrofe finanziaria di un paese già in grave crisi.

La situazione Coronavirus

In Italia la febbre da Coronavirus sta scendendo, ma purtroppo molto più lentamente di quanto si pensava. Di certo siamo in una situazione migliore rispetto ad un mese. Tuttavia però,  siamo in una situazione di stallo in cui non è ancora possibile effettivamente vedere una discesa chiara dei contagi.

Il famoso indice R di contagi è sceso e si attesta ora ad un valore poco sopra l’uno. Questo significa che rispetto a prima, in cui una persona poteva arrivare a contagiare addirittura tre o quattro persone, adesso ne contagia solamente una. Di certo un ottimo risultato, che però non basta a far calare ancora la pressione negli ospedali e soprattutto a far scemare la pandemia.

Il termine nuovo della quarantena fissato al 3 maggio sembra molto lontano, ma in realtà potrebbe essere pericolosamente vicino. Questo per numeri che accennano a diminuire, ma forse troppo lentamente per una prossima ripartenza. Ripartenza davvero importante soprattutto per il nostro paese. Anche e soprattutto alla luce stima economica fatta, secondo cui se la situazione dovesse perdurare il prossimo anno l’Italia perderà ben 9 punti percentuali del suo PIL.

Catastrofe economica dell’Italia

Che la situazione sarebbe stata estremamente grave, è un dato di fatto purtroppo assodato e su cui non ci si può fare moltissimo. La scelta è stata quella ovvia di salvare i cittadini e quindi prediligere la sanità, rispetto all’economia. Lo scopo sarà cercare una via alternativa che possa in qualche modo se non far collimare le due cose, almeno non raggiungere la catastrofe.

Catastrofe verso cui l’Italia sembra stia sicuramente andando secondo gli studi economici recenti di perdita del 9%. Un dato altissimo e terribile che significa milioni di lavoratori che perderanno il loro posto e quindi tantissime fabbriche in più costrette a chiudere. In conseguenza di questo, ci saranno meno soldi per le tasse che entreranno nelle casse dello Stato, che quindi si troverà ancora più in difficoltà.

Dei paesi industrializzati l’Italia è quella che si trova nella situazione peggiore in questo momento e che più sta risentendo dell’ondata lunga del Coronavirus sulla sua economia. In Europa peggio dell’Italia si trova solamente la Grecia e soprattutto si pensa a cosa potrebbe essere  il dopo.

Tutti gli aiuti economici che potrebbero arrivare, adesso fondamentali per far ripartire la nostra economia o perlomeno per non affondarla definitivamente, sono però in parte dei prestiti e quindi dovranno essere restituiti. Una restituzione che purtroppo vedrà balzare l’Italia in un periodo molto temuto di possibile austerity, un altro periodo davvero molto difficile per il nostro paese, già provato.

Questa è una situazione molto reale, ma sicuramente catastrofica che se possibile si eviterà. Essa si potrà evitare solamente rispettando le regole imposte da questa quarantena per cercare di arrivare al più presto possibile in quella che viene definita la Fase 2 del Coronavirus.

Cosa si intende per Fase 2 del Coronavirus

La Fase 2 del Coronavirus, di cui tanto si parla e che sembra non arrivare mai, è quella fase in cui una parte delle attività potranno gradualmente ritornare ad operare sul territorio per poter far ripartire con l’economia. Ovviamente questa sarà una fase molto graduale che non vedrà la riapertura totale di tutte le attività in modo immediato. Questo anche perchè dovrà anche fare i conti con le misure di distanziamento sociale che comunque devono perdurare.

E’ infatti irrealistico pensare che, una volta usciti da questa prima fase cruciale di crisi, si debba smettere di mantenere la distanza di sicurezza, di utilizzare le mascherine e di lavarsi spesso le mani. Questi, infatti, rimarranno parametri che purtroppo dureranno per un tempo verosimilmente abbastanza lungo.

E’ difficile pensare ad una data in cui davvero tutto potrà tornare alla normalità, soprattutto per quel settore eventi e assembramenti possono creare una nuova diffusione del covid-19. Lo scopo è anche e soprattutto quello di trovare una cura al più presto possibile o perlomeno più verosimilmente di cercare di mappare la popolazione e di fare una fotografia reale della situazione tramite tamponi, indagini scientifiche e particolari analisi del sangue che possano indicare l’evoluzione della malattia ed eventuali possibili nuovi focolai.

Parlare di vaccino è sicuramente importante, ma purtroppo ancora troppo ottimistico in tempi brevi. Di certo i ricercatori di tutto il mondo stanno sfidando il tempo per studiare al meglio questo nuovo coronavirus, anche sulla base dei coronavirus sempre esistiti per cercare la soluzione più immediata e la chiave di volta per uscire da questa situazione di crisi. Nell’attesa però è realistico pensare che sia invece possibile far ripartire la vita almeno in parte come era prima, grazie i test di individuazione contagi per evitare focolai e per evitare di ripiombare nell’epidemia.

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