Dopo l’attentato a Strasburgo le indagini sono aumentate attorno all’uomo che ha colpito martedì scorso i passanti in centro città. L’indiziato era già stato più volte segnalato alle forze dell’ordine ed era già nel mirino per una serie di reati di matrice terroristica. Adesso si stanno effettuando le indagini per capire chi fossero gli uomini più vicini a lui che lo avrebbero aiutato nella sua folle impresa.Ad oggi tre sono stati gli arresti per fornitura delle armi al terrorista di Strasburgo. I tre indiziati sarebbero responsabili di aver fornito il revolver con cui Chekatt avrebbe colpito la folla. Uno dei tre indagati sarebbe anche parente dello stesso Chekatt. Nella strage hanno perso la vita, tra gli altri, anche l’italiano Antonio Megalizzi. Megalizzi era lì con l’amico e collaboratore Bartek per conto di una radio italiana che si occupava di affari europei.

Entrambi i ragazzi erano lì proprio per seguire  ciò che stava avvenendo a Strasburgo quando, uscendo da un locale, sono stati colpiti a morte. Antonio Megalizzi dopo qualche giorno di come ha terminato la sua battaglia e di lì ad un paio di giorni l’ha seguito l’amico Bartek.

Cherif Chekatt è stato subito individuato e seguito dalla polizia di Strasburgo con cui ha ingaggiato uno scontro a fuoco in cui è rimasto ucciso. Dai primi dati emersi, nonostante Chekatt avesse avuto dei complici, non faceva parte di una tipologia di rete particolare. Il suo attacco non faceva parte di un piano più ampio gestito da altri.

Le indagini in corso a Strasburgo

Dopo le indagini sono dunque state poste sotto custodia cautelare le tre persone che sarebbero state responsabili di aver procurato l’arma con cui fare la strage. I tre indiziati non avrebbero solo fornito la pistola ma anche il coltello trovato sul corpo di Chekatt.

Alle prime due persone ad essere state indagate e fermate se ne è aggiunta una terza fermata in un secondo momento. Dopo essere stata portata a Parigi davanti al giudice dell’antiterrorismo è scattato l’arresto. E’ proprio questa terza persona che avrebbe anche un legame di sangue con l’attentatore e che è stato arrestato con l’accusa di “cospirazione criminale“. Questa non è però l’unica accusa. L’indiziato è stato anche accusato di “acquisizione, possesso e trasferimento di armi di categoria B da almeno due persone in relazione a un’impresa terroristica”.

Gli occhi sono di certo puntati sui tre indiziati di Strasburgo ma anche e soprattutto nel resto d’Europa. Si cercano eventuali complici che sarebbero sfuggiti alle autorità per sventare eventuali altri piani criminosi. Anche l’Italia collabora con le indagini per cercare di prevenire futuri possibili attacchi e per evitare di piangere altri giovani come il nostro Antonio Megalizzi che sognava un’Europa unita e senza paura.

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