Dopo qualche giorno di attesa è arrivato il verdetto definitivo sul licenziamento del consigliere comunale di Marsala, Alfonso Marrone.

Marrone aveva fatto ricorso definendo il suo licenziamento ingiusto e quindi sottoponendo al giudice la decisione. Quest’ultimo però non ha fatto che confermare il licenziamento parlando di “abuso del diritto”, “disvalore contrattuale e sociale” e “Condotta contraria alla buona fede”.

Marrone è stato accusato perché reo di aver usufruito di una retribuzione per permessi dal lavoro che sarebbero stati destinati a riunioni a cui però lui non ha mai partecipato. Marrone ha dunque percepito una retribuzione per un servizio all’azienda che non ha prestato. Le indagini sono state svolte dagli investigatori privati ingaggiati dall’azienda che hanno seguito Marrone.

Dalle indagini è emerso che il consigliere comunale utilizzava il suo tempo per fare commissioni personali o semplicemente per stare in casa. Alle riunioni previste per cui percepiva la retribuzione in realtà non si è mai presentato. Il licenziamento è arrivato da parte dell’azienda per cui lavorava la Casa di Cura Morana, dove Marrone lavorava dal 1990.

Il ricorso del consigliere Marrone

Marrone aveva fatto ricorso chiedendo l’intervento del giudice del lavoro per revocare il licenziamento.

Tuttavia dalle attente valutazioni del giudice che ha riguardato tutte le carte a lui sottoposte, il licenziamento è stato confermato. Il giudice ha confermato la malafede del consigliere che con la scusa di dover partecipare a impegni istituzionali ha disertato il lavoro.

Marrone ha sempre goduto della piena fiducia dell’azienda e per questo motivo si è permesso di provare ad ingannarla. I primi sospetti però sono sorti nel momento in cui le ore dei permessi iniziavano ad essere eccessivamente sostanziose. L’azienda ha quindi deciso di ricorrere a degli investigatori privati per poter capire se i sospetti erano fondati. La conferma è arrivata in breve tempo poiché le richieste di congedo per gli impegni nel comune di Marsala erano diventate sempre di più.

L’azienda si è detta molto delusa del comportamento di Marrone in cui riponeva una grande fiducia data la lunga collaborazione. In breve tempo infatti è arrivato il licenziamento a cui Marrone ha fatto ricorso. Anche il giudice del lavoro ha però confermato la sentenza e dunque per Marrone non rimangono soluzioni se non quella di accettare il licenziamento per giusta causa. Tutti i documenti presentati non hanno fatto che confermare la tesi dell’azienda e quindi per lui ora è tempo di trovare un nuovo lavoro ma soprattutto di fare la cosa più complicata, riconquistare la fiducia.

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