Le attività commerciali hanno subito un vero e proprio collasso a causa delle chiusure per la crisi pandemica da Covid 19. Da oltre un anno la situazione è davvero complicata e per alcuni insostenibile. Uno dei settori più colpiti è il commercio e tutti quei negozi non ritenuti “necessari”, che hanno subito la sorte peggiore e sopportato le restrizioni più severe. Tra questi, sono ulteriormente penalizzati i negozi che si trovano all’interno dei centri commerciali. Centri commerciali che durante i weekend, sono ancora chiusi a causa delle norme anti contagio. E’ proprio per questa situazione ormai insostenibile, che da oggi è partito lo sciopero dei centri commerciali che abbassano le serrande in segno di protesta.

Sciopero dei centri commerciali

E’ iniziata oggi la protesta dei negozi presenti all’interno dei centri commerciali che nel weekend sono ormai sempre chiusi da oltre sei mesi. Alle ore 11.00, circa 1300 esercizi hanno partecipato allo sciopero abbassando simbolicamente per qualche minuto le saracinesche del locale. Un gesto molto forte che ha lasciato spiazzati anche moltissimi dei clienti che si trovavano nei vari centri per gli acquisti.

Lo slogan di questa protesta è proprio “chiudiamo perchè vogliamo riaprire”, un messaggio chiaro che gli esercenti sperano di far sentire il più forte possibile. Questa iniziativa è stata promossa da Confimprese, Cncc–Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Ancd-Conad, Confesercenti, Confcommercio,  e Federdistribuzione. Tutte queste associazioni hanno infatti deciso di forzare e chiedere al governo di anticipare l’apertura dei centri commerciali nel weekend per evitare un ulteriore collasso.

Le stime di Confesercenti

Le stime sulle perdite effettuate dal Presidente di Federfranchising Confesercenti Alessandro Ravetti, sono molto importanti. Si stima che sia stato perso fino ad ora circa il 50/60% del fatturato a causa della chiusura forzata nel weekend. Un numero spaventosamente alto che corrisponde a circa 20 miliardi di euro. Senza contare quelli che si rischia ancora di perdere con il prolungamento delle chiusure.

Un dato che spaventa e che impatta violentemente contro il mercato del lavoro, già in crisi. I lavoratori che sarebbero a rischio a causa delle chiusure nel weekend, si stima possano essere circa il 20%. Una cifra gigantesca che a sua volta va ad impattare in modo drammatico su moltissime famiglie e di conseguenza sul tessuto sociale, che continua ad impoverirsi.

Non si sa esattamente questa protesta come possa andare a finire e quale sarà la risposta del governo. Anche Sileri si schiera dalla loro parte, sottolineando che con le dovute precauzioni è possibile riaprire anche il weekend in tutta sicurezza. Al momento tuttavia si sta discutendo del da farsi, ma l’incognita contagi grava su questa situazione e si teme che fino al 22 maggio non possa esserci una riapertura. Tuttavia al momento non c’è notizia certa e dunque si attende la risposta del governo sul da farsi.

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