Il rito della granita alle mandorle viene vissuto ancora oggi dai siciliani come un momento di piacere, in cui ci si riunisce con amici e parenti, per gustare quello che per i siciliani è uno tra i motivi di vanto della tradizione culinaria e dolciaria in tutto il mondo.

La tradizione Siciliana affonda le sue origini principalmente nella dominazione araba, in quanto è proprio grazie a questa popolazione che ne derivano molte delle prelibatezze culinarie. L’antica ricetta della granita, con il trascorrere dei secoli si è poco a poco evoluta in quello che oggi è diventato uno dei prodotti della pasticceria di spicco, delle coste e province siciliane, mano mano subendo anche delle variazioni aromatiche.

Il viaggio culinario nella terra sicula ebbe inizio, fin dai tempi del Medioevo, quando all’epoca era molto diffusa la professione dei “nivaroli”, ovvero degli uomini che nella stagione invernale erano soliti andare a raccogliere, sulle pendici dell’Etna, la neve. Nel corso dell’anno, le antiche famiglie patrizie acquistavano da questi uomini la neve, che poi avrebbero consumato durante la stagione estiva. Per proteggere la neve, in vista della calura, la facevano conservare all’interno delle “neviere”, delle case private a uso domestico, situate in zone fresche.

Le neve poi, al momento dell’utilizzo veniva grattata e usata per preparare sorbetti e gelati, gustati dai nobili nelle giornate particolarmente calde, su cui versavano sopra sciroppi di frutta e fiori, oppure spremute di limone. Intorno all’Ottocento, quando nelle terre di Acireale iniziarono a fiorire i primi mandorleti, ecco che si sperimentò la variante alle mandorle.

Oggi questa varietà alle mandorle dal sapore inconfondibile, è amata e cercata da tutti i turisti che approdano sull’isola e vogliono assaggiare quella che da secoli è considerata la regina delle nevi. La si può assaporare semplice oppure accompagnata dalla famosa “brioche col tuppo”, un impasto soffice e profumato caratterizzato da un tappo di pasta sulla parte superiore, che i siciliani hanno l’abitudine di staccare per inzupparlo nella granita o nel gelato.

Ancora oggi, specialmente a Catania è conosciuta con il nome di “nivarata”, una squisitezza che incontra il gusto delle “mennule” (le mandorle) e l’aggiunta di ingredienti come sciroppi, zucchero e limone, e talvolta anche miele.

Le famiglie nobili, nell’antichità per rendere ancora più gustosa la granita, aggiungevano il caffè freddo ma con il passare del tempo, queste tradizioni hanno lasciato il posto alle nuove creazioni. Ciò che rende gustosa e inconfondibile la granita catanese è la scelta delle materie prime ma soprattutto la consistenza. Su tutta l’isola si prepara la granita, ma si differenzia in ogni provincia per la consistenza che la rende più o meno cremosa.

La granita al gusto di mandorla, oggi per riprendere l’antica tradizione nobiliare, la si può trovare anche con l’aggiunta del caffè caldo, un abbinamento perfetto che richiama la consistenza e cremosità del gelato, senza però l’aggiunta di uova e latte. I laboratori artigianali dove si prepara questo dolce, utilizzano le migliori mandorle e sono attrezzati con macchinari di notevole livello che sfruttano la tecnica della “mantecatura”. Questa viene utilizzata per la preparazione del gelato, e permette di tritare i cristalli di ghiaccio che si creano non appena la miscela liquida entra a contatto con la sostanza gelata.

Come qualsiasi prelibatezza siciliana, anche la granita di mandorle ha un luogo specifico dove la si può gustare preparata con la tradizionale ricetta siciliana. La migliore da gustare è indubbiamente quella di Acireale, nel catanese. La granita è un dolce raffinato, inimitabile che va gustato con calma, assaporato fino all’ultimo cucchiaio per goderne a pieno della squisitezza delle materie prime con cui viene realizzata.

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