In America è boom di richieste di disoccupazione. Il mercato lavorativo americano non dà segnali di salute, una notizia che sfata il mito secondo cui in America il problema della disoccupazione non esiste. Negli Usa, aumentano le richieste del sussidio di disoccupazione. I ‘claims’ – ovvero le richieste tradotto letteralmente -salgono di circa 10.000 unità a 231.000 dalle 221.000 unità riviste della settimana precedente (216.000 la stima preliminare). Un dato molto peggiore rispetto alle stime degli analisti che puntavano su un calo di 220.000 unità.

La media di dicembre del 2018

La media delle ultime settimane dell’anno appena salutato- in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è regolata a 218.750 unità, in discesa di 500 unità rispetto alla settimana precedente. Per di più, nella settimana conteggiata fino al 22 dicembre del 2018, le richieste del sussidio di disoccupazione si attestavano a 1.740.000 unità, 32.000 unità in più rispetto alla settimana antecedente.

Una situazione sicuramente di stallo e in punto di minima, ma che attesta che l’America non cade mai e che sempre si rialza grazie a politiche economiche impeccabili- lungi da quelle italiane – e a grossi ammortizzati sociali che tutelano sempre il benessere del cittadino. Senza contare, che negli USA, le politica di occupazione includono anche i detenuti, disabili e i senza esperienza in maniera molto più seria rispetto all’Italia. Della serie non ci sono paragoni.

Dati questi, che attestano una battuta di arresto in un Paese come quello americano che nel fronte dell’occupazione ha sempre brillato. Fino allo scorso aprile, il tasso di disoccupazione era basso con un dato che sfiorava il 3,7 per cento: mesi in cui le imprese aumentavano il salario e la parola d’ordine era rilanciare l’occupazione con l’obiettivo di incrementare le assunzioni di luglio e agosto rispettivamente da 147 mila a 165 mila e da 201 mila a 27 mila.

In crescita il Pil

Eppure la crescita del Pil – prodotto interno lordo – , in America ha sempre dato segnali di relativo benessere. Negli ultimi due anni, la crescita del Pil è passata dall’1,9% del quarto trimestre del 2016 al 3% ai primi mesi del 2018.
A stimolare e incentivare l’economia americana sono stati in primis i consumi, investimenti – complice gli sgravo fiscali decisi da Trump – e aumento della spesa pubblica. I consumi includono il 69,5% del Pil e gli investimenti stabili delle aziende il 14,5%; insieme fanno l’84% dell’economia.

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