Negli ultimi anni si sta rivolgendo un occhio di riguardo verso l’ambiente e il suo stato.

Non è purtroppo un segreto quanto il nostro pianeta stia soffrendo dal punto di vista dell’inquinamento prodotto dall’uomo.

Fortunatamente, nonostante l’emergenza sia in atto da diverso tempo, negli ultimi anni anche i governi si sono accorti di dover prendere provvedimenti in campo ambientale.

Il messaggio che deve ancora passare è quali e quanti siano le fonti di inquinamento poiché non solo le automobili o gli impianti industriali danneggiano l’ambiente.

Quali sono le fonti di inquinamento meno note?

Una delle fonti di inquinamento maggiore ma forse meno nota, è lo smartphone.

Lo smartphone, secondo uno studio canadese, nel 2020 sarà uno degli strumenti più inquinanti che ci siano.

Questo, ovviamente, non significa che ad oggi uno smartphone abbia un livello di inquinamento enorme ma che, spesso, si prendono provvedimenti ambientali in altri campi non rivolgendo l’attenzione a oggetti di uso quotidiano potenzialmente dannosi.

L’industria che produce i componenti degli smartphone è stato calcolato che nel 2040 sarà la responsabile del 14% dei gas serra prodotti.

Il passaggio più inquinante della produzione è l’estrazione dei metalli che andranno a costituire la batteria degli smartphone che, una volte esaurita, costituisce una forte fonte di inquinamento.

E’ stato stimato che entro il 2020 l’inquinamento degli smartphone sarà superiore a quello dei PC.

Per correre ai ripari, giganti come Facebook e Google, si sono già messi all’opera per poter arginare il fenomeno e cercare vie alternative e sostenibili.

Lo scopo non è diminuire le prestazioni ma garantire le stesse funzionalità senza però influire in maniera così negativa sull’ambiente.

Il 2020 è anche l’anno in cui dovrebbe scadere il trattato stipulato dal Protocollo di Kioto che ha come scopo l’impiego di energie rinnovabili rispetto a quelle fossili in uso.

Negli anni ci si è adoperati in maniera sufficiente ma non ottimale per cambiare davvero i sistemi che inquinino.

E’ quindi necessario uno sprint finale che preveda provvedimenti ambientali anche per i settori apparentemente meno a rischio, come l’industria di smartphone.

 

 

 

 

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